ZNANA IDENTITETA OBEH NAPADALCEV: Objavili so posnetek, na katerem prisegata zvestobo IS (VIDEO)

Svet

Tiskovna agencija Amak, ki je povezana s skupino Islamska država (IS), je včeraj objavila posnetek, na katerem napadalca, ki sta v torek v cerkvi na severu Francije zajela talce in pri tem ubila duhovnika, prisegata zvestobo IS. Medtem francoski preiskovalci domnevajo, da je enega od njiju v dneh pred napadom iskala protiteroristična policija.

Na posnetku eden od moških, ki sta predstavljena kot izvajalca napada, z močnim naglasom bere zaprisego vodji IS Abuju Bakru al Bagdadiju. Predstavita se s svojima vojnima imenoma Abu Omar in Abu Džalil al Hanafi, poroča francoska tiskovna agencija AFP.

IS je odgovornost za napad prevzela že v torek, ko je prek Amaka sporočila, da sta ga izvedla njena "vojaka". To sta storila kot odgovor na pozive državam članicam mednarodne koalicije, naj napadajo položaje IS, so še sporočili.

Prvi napadalec marca letos prišel iz zapora

Prvi napadalec je 19-letni Adel Kermich, ki je marca letos prišel iz zapora in je v času napada nosil elektronsko zapestnico. Med hišno preiskavo na njegovem domu pa so našli osebni dokument Abdela Malika P., ki bi lahko bil drugi napadalec.

Francoska protiteroristična policija naj bi štiri dni pred napadom izdala opozorilo, v katerem je zapisala, da je prejela "zanesljivo" informacijo o posamezniku, "ki bi bil lahko pripravljen sodelovati v napadu na območju države". Na pozivu je bila fotografija moškega, ki je močno spominjal na drugega napadalca, je za AFP še povedal vir.

Kdo je drugi napadalec?

Francoski preiskovalci so uradno ugotovili identiteto drugega džihadističnega napadalca v cerkvi na severu države. Gre za mlajšega moškega, za katerega je bilo pristojnim oblastem znano, da je poskušal potovati v Sirijo, je danes za francosko tiskovno agencijo AFP povedal neimenovani vir v tožilstvu.

Gre za 19-letnega Abdela Malika Petitjeana, ki ga je v torek, na dan napada, francoska policija ubila skupaj s še enim napadalcem, prav tako 19-letnim Adelom Kermichem.

Moška sta v torek v cerkvi v kraju Saint-Etienne-du-Rouvray blizu Rouena v departmaju Seine-Maritime za talce zajela 86-letnega duhovnika, ki sta mu prerezala vrat, tri nune in dva vernika. Trije drugi talci so bili ranjeni, eden od njih pa je imel hudo vbodno rano.

Deli novico:

SoVraG |  28 .07. 2016 ob  11: 36
http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1550

BATTERE ISIS? SGANCIARE LA BOMBA ECONOMIA E MUOIONO COME MOSCHE.

(Premessa: questo articolo, in versione molto semplificata, era il mio tema per La Gabbia di stasera, e che il giornal… sì insomma Paragone “non mi frega un cazzo, andrà male”. Gli ho dato il benservito, trasmetta le operette col microfono ai pensionati finti poveri coi cartelli per essere in Tvvvvvù. Poi quando saltiamo per aria o ci falciano in un bar, tutti a piagnnne… gli italiani).



E di cosa stiamo parlando? Nel 1947 Charlie Chaplin inserì questa citazione nel suo film Monsieur Verdoux: “Guerra, conflitti, è tutto business”. ISIS è business. Lo è ai vertici, 100%, dal suo leader Abu Bakr al-Baghdadi giù fino alle basi della piramide di comando. Altra cosa sono i loro militanti, o i cosiddetti ‘lupi solitari’ sparsi nel mondo (es. Nizza), e alcuni predicatori di Moschea che gli danno manforte. Tutti questi ultimi sono motivati principalmente dal desiderio di vendicare un secolo di atrocità indescrivibili che l’Occidente ha inflitto alla Umma, la ‘Comunità dei fedeli’ musulmani in quasi tutto il mondo, e dalla lotta per liberarsi dell’Occupazione occidentale diretta (Iraq, Afghanistan, Mali ecc.) o indiretta (colonialismo finanziario e forniture d’armi) dei loro Paesi (si legga il lavoro straordinario del Prof. Robert Pape, Univ. di Chicago).

Ma è il vertice che conta, e quello è business. Ora, non vi sono più dubbi di alcun genere sul fatto che la strategia occidentale per sopprimere il ‘terrorismo’ (reazione) islamico – una reazione oggi divenuta un inferno psicotico alla deriva, e sempre per causa nostra, ma inferno è a 360 gradi – non v’è dubbio dicevo che la strategia occidentale di bombardamenti indiscriminati alla Vietnam, di intelligence, di assassinii extragiudiziali a migliaia, di decapitazione dei vertici ISIS o Al Qaeda, di torture con Guantanamo varie, di Rendition ecc., non ha funzionato, anzi, ha prodotto l’esatto opposto: il rafforzamento e l’inasprimento della minaccia terrore islamico.

L’Occidente, noi, è smarrito, sta perdendo la guerra fisica con l’ISIS a un ritmo agghiacciante, semplicemente perché il cambio di strategia dal Grande Terrore (11 Settembre) al Terrore alla Spicciolata (il Retail Terrorism di Parigi, Dacca o Nizza) ci rende impotenti al 100%. I cosiddetti ‘lupi solitari’ sparsi nel mondo per massacrarci (Retail Terrorism) non li possiamo né scovare tutti né fermare, e ci devasteranno all’infinito. Ora, tralascio qui la demente scia delle teorie del complotto divenute in se stesse una versione schizofrenica del Signore degli Anelli, là dove ISIS sarebbe nemica ma amica di una cupola USA Saudita Soros moscovita Rothschild alawita, il tutto guidato da una villa in Florida dove Dick Cheney e Bin Laden sorseggiano cocktails. Gli intrighi nella vicenda ISIS, come si vedrà più sotto, esistono, ma non trame fantasy da 007.

E l’Occidente, per riprendere il discorso, non solo perde contro il Retail Terrorism, ma ha perso definitivamente il controllo del Medioriente, dopo aver fatto di tutto, ma di tutto in un secolo per farlo implodere in un inferno psicotico alla deriva (mia definizione, ma si legga Graham E. Fuller, ex National Intelligence Council USA e Rand Corporation). E allora, che si fa con ISIS?

Bè, credo che vi siano indicatori straordinari che ci indirizzano verso la strada che probabilmente li distruggerà: “Guerra, conflitti, è tutto business”.

Una cosa è ammazzare qualche centinaio di occidentali a spizzichi e bocconi, per quanto orribile, altra cosa è pensare di vincere una guerra fra blocchi. Qui l’ISIS ha già straperso, ed è questa la guerra che conta. I blocchi sono l’Impero economico ormai globale del Mercati, Finanza, Materie Prime da una parte, e dall’altra una masnada di pecorari islamici oggi alle prese coi rudimenti dell’economia e senza accesso a quasi nessuna risorsa. Un po’ come se qualche insegnante delle elementari impazzito sfidasse coi suoi 10 scolaretti l’accademia di Harvard, Stanford, La Sorbona, Cambridge, Oxford, la Normale, e la Bocconi.

Fra il 2015 e il 2016, l’ISIS ci ha attaccati 15 volte, e considero qui gli attacchi diretti al blocco occidentale con vittime anche occidentali, e non per razzismo, ma perché il (disgustoso) dato di fatto è che i Mercati e la Finanza neppure sbadigliano se ISIS fa 300 morti Shiiti a Baghdad. Ora, se si osserva l’andamento di Mercati Azionari globali, Mercati delle Materie Prime, Sistemi Bancari, nelle ore successive a ciascuno dei 15 micidiali attacchi ISIS contro il Blocco imperiale d’occidente, ci vuole un microscopio elettronico per scovare un blip di preoccupazione. I Mercati hanno avuto brevi flessioni, debolucce davvero, poi tutto come prima allegramente. Mentre Mr Abu Bakr al-Baghdadi spargeva sangue, il business globale sbadigliava. Dateci una pensata. Significa semplicemente che, ahimè vite occidentali a parte, l’ISIS non sposta una cicca nel nostro sistema principale.

Ma vediamo l’economia interna del signor Califfo al-Baghdadi. L’ISIS neppure riesce a farsi prestare mezzo minuto d’attenzione dai mercati petroliferi, pur essendo il petrolio l’unica risorsa vera che questi pazzoidi posseggono. Anche perché si sappia che ISIS controlla la ridicolaggine di 30.000 barili di petrolio al giorno (Sauditi più di 10 milioni al giorno), un greggio sporchissimo di bassissima qualità, e che oltretutto deve vendere attraverso un inferno di triangolazioni per intascare sì e no una miserabile paghetta di 15-18 dollari al barile lordi. Questo si traduce in circa 19 milioni di dollari (al lordo dei costi di estrazione) al mese, che a dirla così sembra tanto, ma per chi ha l’ambizione di costruire uno Stato, infrastrutture e un esercito per conquistare il Medioriente, fa ridere i polli, cioè veramente ridere i polli. Poi certo, il Califfo nero prende soldi da estorsioni, mercato di auto contraffatte, e le donazioni dei soliti principi porci del Golfo sotto il naso della CIA, ma sono spiccioli, non scherziamo. L'ISIS ha le pezze al c..., questa è la verità.

Considerate anche che uno dei problemi economici schiaccianti dell’ISIS è che sta frotta di psicopatici infernali NON HA POPOLO NE’ MONODOPERA. Il Califfato ospita oggi neppure 5 milioni di civili, fra i quali i tecnici, i professionisti, i legali, i banchieri, i medici, e ogni altro tipo di professioni sono uno sputacchio. Pensate che i pochi addetti ai pozzi dell’ISIS sono dei periti meccanici sotto-formati che usano macchinari anni ’70. E poi c’è il fattore Robert Fisk…

Cosa fa, appunto, uno Stato/Califfato senza popolo? Robert Fisk, massimo esperto del Medioriente in vita, inglese e mia conoscenza da decenni, ha fatto un’osservazione di importanza epocale in un’oscura conferenza a Dublino a inizio 2016. Fisk: “Le genti d’Europa in guerra con l’ISIS maledicono i milioni di rifugiati arabi siriani, iracheni e kurdi che arrivano da noi. Ma una cosa non hanno compreso: quella è la più devastante sconfitta dell’ISIS di sempre”. Robert fa una pausa, poi: “Vi siete chiesti perché quest’oceano di arabi quando ha deciso di fuggire dalle bombe di Assad, Putin, e dalla coalizione di tagliagole al soldo di Obama, ha deciso di andare a OVEST e non a EST? Bè? Chiedetevi: perché non si sono rifugiati in massa dal Califfo, sotto sua protezione? Una marcia di poche miglia e via. Lo avrebbero reso uno Stato/Califfato all’istante, gli avrebbero fornito manodopera, professioni, soldati, docenti, e figli, cioè DEMOGRAFIA. Ma no, sono venuti da noi. Pensateci”.

Pausa e riassunto: questo mostro ISIS di certo può ucciderci (a essere giornalisti veri va detto che ci uccide mille volte meno delle porcherie fatte dalle Multinazionali del Farmaco ma ok), può colpirci e non li fermeremo se non ce ne andiamo dal Medioriente. Ma là dove la guerra CONTA VERAMENTE, l’ISIS ha le pezze al sedere nel petrolio, nelle finanze globali, e nella fondamentale Demografia, e infine tutto il loro ringhiare non sposta una piuma nei Mercati mondiali su nulla.

Ne consegue che se l’Occidente fosse furbo, e non quella cozzaglia di dementi bombaroli alle dipendenze del finto negro di Washington, accoglierebbe (nonostante il rischio del ‘lupo solitario’ di cui sopra) i profughi arabi dalle zone di guerra, prosciugando a morte l’ISIS di popolo, professioni, figli e soldati. Poi potrebbe in un attimo seccargli al sole anche quel rivolo di petrolio su cui campano questi abomini della Storia. E qui per spiegarvi come, faccio un breve inciso.

La più approfondita inchiesta sul traffico di petrolio ISIS è a firma dell’emittente televisiva del Qatar a Londra, al-Araby al-Jadeed. Il titolo è i Raqqua’s Rockefellers. Prima di parlarvene ho verificato la serietà del dossier. In Italia è praticamente passato sotto silenzio, e per un motivo clamoroso che leggerete sotto (sti bravi magistrati di Travaglio, eh?). In questo dossier, denso di fonti di alto livello e di cui esiste una sostanziale parte non ancora ‘leaked’, si descrive come il greggio zozzo dell’ISIS viene caricato su camion, portato alla frontiera turca, venduto a mafie turche, irachene e kurde al miglior offerente, poi passato a 3 compagnie petrolifere minori, che lo fanno passare in Turchia ‘oliando’ l’esercito del buon Erdogan, e infine… indovinate? Finisce quasi tutto in Israele nel suo porto di Ashdod, per mezzo di navi che partono dalla costa della Turchia dai porti di Mersin, Dortyol e Ceyhan. Ops!!!! direbbe Tweety, “mi sembla di avel sentito Islaele…”.

Un attimo ancora. La domanda di mezzo è: ma i mafiosi e le compagnie che fanno questo traffico come pagano l’ISIS? La risposta del dossier di al-Araby al-Jadeed è questa: chi compra da ISIS paga il 10-25% circa in contanti (ovvio, non si possono riempire 100 Tir di bigliettoni per pagare tutto il prezzo senza essere visti dalla Luna). Il resto passa da… banche turche e istituti di cambio valute in Iraq attraverso la solita manfrina dei prestanome, riciclaggio ecc. Tenete a mente questo punto.

E qui torno a come seccare al sole il rivolo di petrolio ISIS. Un salto a Mosca, dove risiede l’ex spione porco, oggi riciclato Saviano-Santo, di nome Edward Snowden, l’ex operativo e hacker della NSA americana che ha fatto quello che tutti sapete. Snowden, fra le altre cose, ci disse che la NSA poteva rintracciare miliardi di transazioni bancarie nel mondo. Bene. Tutti sappiamo che la quasi totalità delle banche sulla Terra usa oggi i codici SWIFT BIC per spostare soldi, e questo si applica anche ai sopraccitati istituti di cambio valute che poi mettono il contante in banca. Domanda Edward: perché gli USA non hanno già una bella mappa delle banche turche del bravo alleato Erdogan che smistano da anni i soldi sanguinanti del business petrolifero dell’ISIS? Eh Snowden? O forse l’hanno la mappa, ma sai, c’è quel nome di mezzo, acc… proprio di mezzo, che si chiama Israele. Yes.

In ogni caso ecco, anche se solo in Israelteoria, un altro mezzo per ammazzare l’ISIS: bloccargli i pagamenti bloccando alle banche turche coinvolte nel traffico i codici SWIF BIC (regolati da computers a Bruxelles), così che alla fine bene che gli vada il Califfo si becca quel patetico pagamento in contanti che è il 10-25% di miserabili 15-18 dollari al barile. Insomma: li affamiamo a morte con la NSA e un po’ di collaborazione da Bruxelles.

In ultimo due considerazioni, quelle finali, su come l’ISIS finirà disintegrata dall’economia e non da bombe. La notizia straordinaria degli ultimi giorni è che gli USA stanno, aprite bene le orecchie, invertendo il flusso degli idrocarburi per la prima volta dal 1890. Che significa? Semplice: stanno per la prima volta dal 1890 vendendo loro, gli americani, gas agli Emiri del Golfo. Questo grazie all’inaspettato successo del gas Shale estratto in USA che oggi ha sbancato il mercato mondiale del gas. E cosa c’entra l’ISIS in questo? Bè dai, non ci arrivate? Se fra Shale gas e Rinnovabili i prossimi 20 anni vedranno l’Impero Americano affrancarsi dai porci del Golfo (e da Israele che è il guardiano d’America del petrolio), il prezzo del greggio ufficiale andrà sotto le scarpe, i Sauditi useranno i barili per nuotare disperati verso la Sicilia, e l’ISIS il suo petrolio marcio se lo berrà. Il resto ci arrivate da soli: bancarotta del Califfo, al massimo comprerà fucili a baionetta.

La seconda considerazione non la riscrivo di nuovo per la 265esima volta, e la riassumo così: Mr finto negro Obama, l’Egitto fu la culla della Jihad nel 1960-1966. Ma perché? Fu la vostra criminosa interferenza con il progressismo SOCIALISTA musulmano di quel Paese che reprimeste nelle torture e nelle stragi, complici Nasser prima e Sadat dopo, a dare origine alla Jihad, prontamente sfruttata e nutrita dai vostri alleati porci sauditi e poi da Ronald Reagan. Oggi, Mr President finto negro, ancora siete lì a fare le stesse porcherie, alleati con il massacratore Al-Sisi (povero Regeni) sempre per gli stessi motivi e la gente crepa in Egitto. Muti col genocidio yemenita da parte dei sauditi con armi USA, e gli arabi crepano a oceani in Yemen. E totalmente colpevoli della nascita dell’ISIS a causa delle allucinanti politiche di divisione settaria di Paul Bremer in Iraq. Poi... sì, loro, Israele e l'agghiacciante Apartheid sui palestinesi che noi occidentali permettiamo, armiamo, scusiamo, ignoriamo, ma che infiamma l'odio dei 'lupi solitari' come null'altro. Andatevene, voi e i vostri lecchini alla Renzi, Hollande ecc. Fate prosperare quei popoli CON LE LORO RISORSE e dopo le loro rivoluzioni dolorose, fate un piano Marshall per lo Stato palestinese, e sarà certo che nessun musulmano con lo standard di vita di un liceale di Lugano in Paesi prosperi dalla Libia alla Palestina, e senza odio per i nostri massacri di arabi, mai andrà a crepare per un branco di psicopatici infernali ridotti alla miseria chiamati Califfato. Anzi, li faranno seccare al sole. Economia, di nuovo.

Finale. Basta considerare l'economia in Medioriente, e quella di questi psicopatici infernali di Al-Baghdadi, per avere in mano le chiavi della loro sconfitta: campano su un petrolio grezzo che gli rende una miseria; anche se ci attaccano non spostano una sputacchiera sui Mercati del globo; non hanno popolo né manodopera né demografia; gli possiamo seccare al sole i conti bancari; e la rivoluzione energetica degli USA Rinnovabili gli trasformeranno i loro pozzi in ruderi al sole di cui nessuno al mondo fregherà un emerito cazzo; se poi lasciassimo il Medioriente alla sua autodeterminazione e alle sue risorse… Fine ISIS, sterminati dalla bomba economia. Fine articolo, ma…

Ok, ma qui devo scrivere una cosa, drammatica se fosse dimostrata vera. Il dossier di al-Araby al-Jadeed, i Raqqua’s Rockefellers, come accennato sopra, ci dice chiaramente che è Israele che ricicla (consapevolmente o meno, direi la prima) la maggioranza del petrolio dell’ISIS. E qui cade la bomba per la Magistratura italiana. Ecco i passaggi del dossier, che scrivo senza commento, grazie per avermi letto:

“Secondo un alto funzionario europeo presso una multinazionale petrolifera che abbiamo incontrato in una capitale del Golfo, Israele esporta poi quel petrolio (di ISIS, nda) verso nazioni mediterranee, dove acquisisce uno status semi-legale… la maggioranza di esso va presso una raffineria italiana di proprietà di uno dei maggiori azionisti in una squadra di calcio italiana (nome omesso), che raffina il petrolio e lo usa nel suo Paese”.